Tintoretto. L'artista che uccise la pittura è un film del 2022 diretto da Erminio Perocco. Coprodotto da Arte e ZDF, è un documentario sul grande artista veneziano Jacopo Tintoretto.
La figura artistica e umana di Jacopo Tintoretto (Venezia, 1518-1594) racchiude le più diverse peculiarità che, solitamente, sono dono di coloro nati geniali. Nel bene e nel male. Tintoretto era un talento nelle arti - dalla musica, fino alla pittura per cui è noto ancora oggi - e aveva una natura legata a un'ossessiva urgenza del fare, e dalla forte necessità di giungere in alto, di essere riconosciuto.
Per questo motivo, già da giovane, si fa notare per le calli veneziane come l'incessante pittore che inizialmente non viene compreso poiché le sue opere erano diverse da ciò che si era abituati a guardare. Scene dense di movimento e numerosi soggetti; collettività spesso drammatiche, a indicare un malessere di classi sociali basse, a cui Tintoretto guardava, perché trovava più vivide e interessanti da replicare in pittura. Colori mischiati, sperimentazioni, luci studiate minuziosamente alla maniera di un regista cinematografico dal valore di un Visconti o Kubrick, ma con la velocità nella narrazione di un Christopher Nolan. Tintoretto, scrive un suo storico biografo, prima di dipingere le sue tele di grandi dimensioni, probabilmente creava delle maquette partendo dallo spazio, aggiungendo poi, per ultimi, gli espressivi soggetti umani. L'artista realizzava in studio dei piccoli palcoscenici fatti di ambienti e di luci, per calibrare poi l'equilibrio - mai perfetto in Tintoretto, ma energico e dirompente - della scena nella sua interezza.